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il capo di un bambino nella luce

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Ho inginocchiato gli occhi al tuo vedere
la pagina piegata nel mio libro,
mentre pregavi ai fianchi di una barca,
tra i nostri passi appena disegnati
come lucidi animali nella notte,
per codici sottili di linguaggi,
nell’urgenza di ascoltare, dentro il soffio,
le tue mani ancora colme di frammenti,
 
quando prendono la vita, risvegliati,
nell’invisibile arteria della grazia.
Tra la ruota, il cerchio, e la sua croce
 
in questo canto puoi sentire come corro,
se mi muovo sulla curva della luce
di un vento largo, che si erge tra l’anello
e il bianco inizio di una liturgia.
Tutto si compie all’altezza delle braccia,
nella baia, tra il seno e le tue spalle,
con le dita innamorate, e voce a voce
ci scambiamo una magia di primavera.
 
Eppure io sono felice e tu distante-
nel silenzio che fluisce reso grande
in un cadere che ci tiene accanto-
 
e se una mano, inavvertita, fra le membra,
si posa a terra, come fosse un volo,
nel suo pregare, e per tutta la lunghezza,
non vive nulla che la possa sollevare.
Come un frutto quando è maturo, e cade,
in lei è andato ogni calore, radunato,
come brezze nei cespugli, o nell’estate
il grande freddo ai ripostigli della neve,
 
accumulando tempo, in piccole orazioni.
Ora è nel ventre un coro d’acque in piena
dove la vita aumenta nei polmoni,
nel continuo movimento di un miracolo,
è il capo di un bambino nella luce, 
pieno di grazia simile a un vapore,
quando stringe fra le mani come sogni
i pezzetti di una mela luminosa-
 
ripiegati come l’ll foglio di quel libro,
nella pagina più amata- ricongiunta.
 
 

 amina narimi - 02/02/2017 23:15:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Velocemente e senza “vie traverse “ domanderei lo scorrimento veloce di un art. 700 c.p.c. – con tutte le “cautele” che gli stanno al fianco- ricorrendo al blocco della sua fluida “penna” per denuncia di nuova opera e danno temuto ( haimè l’ulteriore lettura di testi, in faciendo)
per la sussistenza di ognuno dei “ 3 “ presupposti vincolanti all’azione: periculum in mora, fumus boni iuris, ed irreparabilità, gravità ed imminenza del danno  ; senza nominare peraltro la causa petendi e il petitum (mediato e immediato),
emergendo questi ultimi in modo assolutamente chiaro dal contesto complessivo , dal tenore delle espressioni utilizzate, dalla ricostruzione dei fatti e dalle violazioni –
se non amassi così profondamente l’alea e ancor più il suo “drammatico” superamento
Con appassionata simpatia selvaggia
Amina

 Alessandro Lanucara - 02/02/2017 22:10:00 [ leggi altri commenti di Alessandro Lanucara » ]

Non posso appassionarmi alla tua poesia, almeno stando alle 3 composizioni che ho letto fin ora. La trovo poco fluida, come se non fosse abbastanza selvaggia, come se si dipanasse su vie traverse, ignorando la strada a scorrimento veloce che le sta accanto.
Se tu leggessi una mia poesia e la commentassi in questi termini, intenterei un’azione legale nei tuoi confronti, sperando di vederti presto dietro le sbarre. Spero tu non sia come me una bieca giustizialista.
Ne leggo un paio d’altre e, se mi colpiranno, mi produrrò, di contrappeso, ad una loro lode sperticata. Altrimenti, male che vada, ci troveremo in aula per sguinzagliare i nostri avvocati e veder chi la spunta.

 Leonora Lusin - 15/01/2017 21:39:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Tutto si compie all’altezza delle braccia,
nella baia, tra il seno e le tue spalle,
con le dita innamorate, e voce a voce
ci scambiamo una magia di primavera.

Eppure io sono felice e tu distante-

Ora è nel ventre un coro d’acque in piena
dove la vita aumenta nei polmoni,
nel continuo movimento di un miracolo,
è il capo di un bambino nella luce,
pieno di grazia simile a un vapore,
quando stringe fra le mani come sogni
i pezzetti di una mela luminosa-

Amina carissima non me ne volere. Il tuo narrare fluisce ininterrotto. Ti immagino mettere giù la penna mentre si dipana il gomitolo delle parole,deve essere impresa ardua sollevarla e interrompere, che ne so per addentare una mela luminosa?Probabilmente nel tuo dna poetico c’è un poema che attende di essere scritto.Io al contrario sono un minatore che non è contento finché in mano non gli splende un rubino. Questo ho fatto con la tua poesia. Mi perdoni?

 Gil - 15/01/2017 19:28:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Leggerti è sempre fare i conti con lo Spirito che soffia nelle ossa e nella carne. Gli occhi che vedono l’invisibile e ne parlano - i tuoi occhi - non sanno e non vorrebbero definire ciò che, Assoluto o riverbero di Egli, è nel linguaggio indefinibile; ma certo non fugge dalla tua bocca la parola aerea, bocca impreziosita dei doni che elevano nell’Oltrecielo, allora ci regali in lingua "naturale" il senso figurato del Mistero, in segni: animale, innocenza e orazione, come dei bambini con il capo nella luce.

 Franco Bonvini - 15/01/2017 15:29:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

è il capo di un bambino che viene alla luce

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